Un bel giorno, mentre giravo su Goodreads, mi sono imbattuto su una lista (o sulla libreria di qualche utente, ora di preciso non ricordo) e ho visto un volume che mi ha colpito particolarmente, forse perché non ero a conoscenza del fatto che uno dei personaggi di maggior successo della Disney fosse nato originariamente come personaggio letterario.
Sto parlando di Winnie
the Pooh.
E lì è partito
tutto.
Winnie the Pooh?
Ma va’.
Ma va’.
Però…
Winnie the Pooh?
Vabbè, gli darò
un’occhiata.
Dopo aver letto recensioni entusiaste, ho deciso che non poteva mancare nella mia
libreria. Detto, fatto: preso in prestito e letto tutto d’un fiato (c’è da dire
che è molto corto).
Sono consapevole
che si tratta di letteratura per l’infanzia, ma chi ha detto che questo genere sia da leggere solo
durante l’infanzia? Avrei tanto voluto leggerlo quando ero bambino, forse
perché tutti avremmo un po’ voluto essere Christopher Robin.
Winnie the Pooh
nasce dalla penna di Alan Alexander Milne, scrittore britannico che cominciò a
scrivere i racconti di Winnie the Pooh per il figlio di pochi anni, per
l’appunto Christopher Robin, che vive le avventure del Bosco dei Cento Acri
insieme ai suoi amici, ispirati ai giocattoli con cui giocava ogni giorno e che potete vedere qui sotto (ma la tenerezza?)
Presentiamo
quindi gli abitanti del bosco incontrati in questi primi racconti (Tigro apparirà solo nel secondo volume, La strada di Pooh del 1928)
Narratore: è la
voce di Milne mentre narra le vicende di Pooh a Cristopher. La voce narrante si
impersonifica nella sua vera forma nel primo e nell’ultimo racconto.
Cristopher Robin: è il figlio dell’autore all’inizio del primo racconto e alla fine dell’ultimo. Per il resto, invece, è un abitante del Bosco dei Cento Acri come i suoi compagni di avventure.
Winnie the Pooh: simpaticissimo orsacchiotto, un po’ tontolone, che pensa solo a mangiare miele e comporre poesie.
Cristopher Robin: è il figlio dell’autore all’inizio del primo racconto e alla fine dell’ultimo. Per il resto, invece, è un abitante del Bosco dei Cento Acri come i suoi compagni di avventure.
Winnie the Pooh: simpaticissimo orsacchiotto, un po’ tontolone, che pensa solo a mangiare miele e comporre poesie.
Piglet: maialino timido
e schivo, bisognoso di affetto e di attenzioni.
Ih-Oh: ciuchino
dall’aria mesta e pessimista.
Coniglio:
essenzialmente pragmatico, riesce a tenere in pista e con i piedi per terra tutti
i suoi amici.
Gufo: mentore e
figura di riferimento tutt’altro che saggia dell’intero bosco, al quale gli
altri personaggi si rivolgono in caso di aiuto, sicuri di trovare così una
soluzione ai propri problemi.
Kanga e il piccolo Roo: sono protagonisti di un solo racconto, Kanga è una mamma canguro e Roo è il suo cucciolo.
In tutto ciò,
aggiungerei anche un’altra figura di spicco di quest’opera: Ernest Howard Shepard.
Non è un personaggio
del libro, ma rimane comunque un protagonista. Bisogna ringraziare lui,
infatti, per le bellissime illustrazioni che riempiono i racconti, mostrandoci
il Bosco dei Cento Acri e tutti i suoi abitanti e contribuendo a portare in
vita un mondo già di per sé ben costruito e che trasmette serenità alla prima
lettura.
Voi direte:
Winnie the Pooh è un libro da non leggere perché è da bambini?
Winnie the Pooh è un libro da non leggere perché è da bambini?
Io rispondo:
Winnie the Pooh è un libro che bisognerebbe aver letto da bambini.
p.s. consiglio caldamente la lettura in lingua originale, anche ai meno esperti.
p.s. consiglio caldamente la lettura in lingua originale, anche ai meno esperti.
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